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Il
rinvio , vol.1 e 2 |
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Autore : Jean Pierre Gibrat
> Editore : Alessandro Editore
> Titolo originale : Le sursis
> Data : 1999 e 2000
> Prezzo (di cop.) : 24.000 Lit e 26.000 Lit.
> ISBN : 88-8285-012-9 (vol.1) 88-8285-012-8 (vol.2)
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Raramente accade che una
storia a fumetti arrivi a trattare temi
pesanti, come quello della guerra, con raffinatezza,
ironia e soprattutto buon gusto. È il caso di questa storia
magistralmente narrata da Jean
Pierre Gibrat in 2 volumi
assolutamente impedibili per chi sia appassionato di fumetti
di qualità, per chi cerca qualcosa in più oltre alla mera
evasione e al puro divertimento che ogni buon fumetto sa
offrire.
In questa storia per la prima volta, Gibrat
passa a scrivere da sé i
suoi testi, spinto dall’esigenza di raccontarci la vicenda
di Julien Parlat
un giovane della cittadina di Cambeyrac,
in Francia.
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Siamo nel Luglio del 1943,
in piena 2^ guerra mondiale, e Julien,
partito il giorno prima insieme ad altri giovani
francesi reclutati per unirsi all’esercito tedesco,
torna al suo paese.
Julien
è scappato, si è buttato giù dal treno in un momento
in cui esso ha rallentato un pochino e ritorna, la
notte, non visto da nessuno a Cambeyrac.
Quella notte si nasconde in casa di sua zia Angela,
che nella torrida estate aveva lasciato la finestra
aperta. Da quel momento Julien è costretto a nascondersi, per non essere scoperto da
nessuno visto che è a tutti gli effetti un disertore.
Così si rifugia nella vecchia
casa del suo maestro delle elementari, Thomassin,
dove, giustamente, pensa che nessuno lo andrà mai a
cercare.E infatti è così. Facile. Nessuno pensa di cercarlo.
La casa è infatti sotto sigillo. Il maestro, un ebreo
di idee comuniste è stato arrestato da tempo. |
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In più il
giorno dopo si apprende una clamorosa notizia. Il treno
da cui Julien
era fuggito, era passato circa un ora dopo su un ponte
proprio al momento del bombardamento. Inoltre un
ladruncolo aveva rubato i documenti a Julien
e naturalmente era morto.
Risultato, il povero Julien
viene considerato morto. Nella vecchia casa in cui ha
trovato rifugio, Julien
è costretto,volente o nolente ad osservare la vita del suo
paese, che scorre anche senza di lui. E anche al suo funerale!
Il ragazzo diventa suo
malgrado una sorta di voyeur della vita del piccolo paese di
campagna. È attraverso i suoi occhi che assistiamo a quasi
tutta la storia, almeno finchè non uscirà dalla casa…
Il tutto è scandito dal procedere degli eventi della guerra
che viene commentato con molta ironia da Julien,
che narra in prima persona ciò che vede e le sue emozioni. |
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Si vede così come il paese sia diviso naturalmente tra chi è
diventato uno sporco miliziano al servizio dei tedeschi , come Serge
o collaborazioni sta come Bouyssoux
e chi è divenuto partigiano costretto a nascondere la sua
stessa attività a chi è cresciuto assieme a lui.
E soprattutto si vedono le
falsità e le meschinità di certe persone che, vigliacche,
credono, avendo collaborato con il più forte, di poter fare
il buono e il cattivo tempo.
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Ma si vede anche l’amore.
Quello di Julien
per la bellissima Cecilia,
che ovviamente lo crede morto. Julien è costretto ad
osservarla non visto, salendo sopra la scrivania e guardando
da un altro punto della stanza col cannocchiale fino alla
fattoria dove lei vive insieme alla nonna.
E quello di Cecilia
per Julien,
perché lei sembra non essersi per nulla rassegnata e sembra
vivere nell’attesa, se non del suo innamorato, almeno di un
futuro migliore. Cecilia
è qui come un fiore in mezzo al fango. La sua presenza sembra
illuminare il paese di speranza.
È una fuga, quella di Julien che diviene
una prigione dorata.
Se da una parte gode di una certa tranquillità e non ha i
problemi di chi è immerso nella realtà della guerra,
dall’altra parte subentra la noia, il tempo sembra non
finire mai , tanto che s’inventa persino un compagno
immaginario il soldato Maginot, fatto di un manichino porta
abiti , una cappa, in elmetto. E non esiste per lui la
possibilità di intervenire quando succede qualcosa di
sconvolgente in paese.
Non starò a raccontare qui per filo e per segno ciò che
Julien vede dalla finestra della stanza in cui si è
rifugiato, né cosa succederà a Cambeyrac. scopritelo da soli
andando a leggere il fumetto, ne vale veramente la pena!
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La narrazione e il disegno di Gibrat
sono raffinati e
garbate. Non c’è mai violenza gratuita, ma solo la realtà
di un piccolo paese della Francia in guerra. Una realtà che
può essere tragica, ingiusta o anche beffarda.
L’autore, famoso soprattutto per storie di carattere erotico
( mitica la sua versione di “Pinocchia”
) riesce a conferire a Cecilia
un fascino particolare; se dovesse essere interpretata
da qualcuno verrebbe da pensare a
una giovane Sofia Loren o ad altre attrici di pari
bravura e bellezza.
Gibrat
è un artista nel fare “recitare” i suoi personaggi in
modo realistico, credibile, mai sopra le righe e velato di
fine umorismo. L’ironia è l’arma di cui si serve per sdrammatizzare
su fatti altrimenti tragici.
Anche dal punto di vista artistico compie un salto in avanti,
sebbene non avesse nulla da dimostrare, producendo tavole
molto curate e dagli splendidi colori, che evocano alla
perfezione la realtà del piccolo paese nel succedersi delle
stagioni dell’anno.
Un opera veramente imperdibile, quindi, che sicuramente rimarrà
nel cuore di chi avrà occasione di leggerla e che ci fa
scoprire un autore poco famoso in Italia che merita senza
dubbio la nostra attenzione e la nostra ammirazione
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Recensione
a cura di Daniele |
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Per
le immagini : © 1999 J.P.Gibrat, Dupuis ;
per
l'edizione italiana : © 2000
- Alessandro Editore S.R.L.
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Risoluzione
consigliata : 1024x768 ; colori : true color (32 bit) |
Ultima
modifica :
15/03/08 20.40.16 |
Tutto
il materiale (immagini, testi, marchi) qui riprodotti hanno il
solo scopo di recensione / divulgazione e non si intendono
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