Introduzione tratta dal
manga. Autore : Davide Castellazzi
Prima che una raccolta di storie a fumetti,TOKYO KILLERS è un
manuale di narrazione, di regia, di fumetto. Non si tratta di
un'affermazione gratuita, di un elogio compiacente. Sfogliando
e risfogliando questa antologia, risalta in modo evidente la
capacità di raccontare dei suoi autori. Natsuo Sekigawa e Jiro
Taniguchi, consumati maestri nei rispettivi ruoli, sono in
grado di far vivere autonomamente la propria metà dell'opera
(il disegno per Taniguchi, il testo per Sekigawa),trovando
però nella fusione delle due parti un equilibrio perfetto.
Facciamo un esempio concreto. Prendete il primo racconto di
questa raccolta, Good Luck City, e provate a scorrere le
immagini senza guardare il testo. Poi prendete o stesso
racconto e ignorate le immagini leggendo solo il testo. In
entrambi i casi la narrazione scorre senza intoppi, la storia
è perfettamente comprensibile. Testo e immagini vivono
autonomamente, brillando di luce propria.
Ora fruite del fumetto in modo tradizionale: immagini e testi
si fondono a meraviglia e si arricchiscono reciprocamente.
Nuovi dettagli, nuove sfumature si aggiungono a quanto già
conoscevamo.
Good Luck City è la dimostrazione pratica di cosa è fumetto:
un equilibrio tra l'immagine e il testo, un felice connubio in
cui le due parti si completano a vicenda senza che nessuna
prenda il sopravvento.
Già: questione di equilibrio, di controllo. E le dimostrazioni
che i due autori siano narratori purosangue, perfettamente
capaci di controllare il loro medium, sono molte. Prestate
attenzione al ritmo delle storie, alla scansione del tempo; il
racconto accelera e decelera vistosamente, a seconda delle
situazioni e deLle esigenze.
Lo scontra tra due killer che si affrontano è velocissimo un
balenare di pistole, un saettare di linee cinetiche ma a un
tratto, non appena il proiettile fatale inizia la sua corsa,
il tempo si ferma, si cristallizza, l'azione scorre al
rallentatore e l'angoscia di un brevissimo istante è dilatata
e ingigantita.
Potremmo soffermarci ancora a lungo sull'abilità mostrata
nell'uso del flashback, sull'utilizzo delle inquadrature,
sull'indugiare sugli sguardi dei personaggi, ma sarebbe
superfluo.
Anche chi non ha mai sfogliato un fumetto, affrontando la
lettura di TOKYO KILLERS subito afferra perché spesso i
fumetti (e i rnanga in particolare) vengono paragonati al
cinema. Ma non sicada nell'equivoco di considerare i fumetti
(questa raccolta in particolare) carne succedanei dei film.
Nessuna pellicola riuscirà mai a darci il tratto vigoroso e
dettagliato di Taniguchi, la narrazione secca e tagliente di
Sekikawa. Ma, soprattutto, questi due autori non hanno alcuna
intenzione e alcun bisogno) di scimmiottare lungometraggi più
o meno famosi. Le influenze e i richiami a certa
cinematografia americana e giapponese sono evidenti, ma
passano in secondo piano rispetto al valore delle storie, ai
dialoghi misurati, al disegna perfetto.
Grazie ad autori come Sekikawa e Taniguchi il fumetto non sarà
mai il parente povero del cinema.
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