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La casta dei Meta-Baroni : Dona
Vicenta Gabriela de Rokha la Nonna |
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La copertina : |
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>
Disegni : Juan Gimenez
> Soggetto : Alexandro Jodorowsky
> Editore : Alessandro Editore
> Data : 2000
> Prezzo (di cop.) : 29.000 Lit
> ISBN : 88-8285-052-8
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La trama : |
Il
sesto episodio si apre col ritorno (finalmente) del metabarone
nel suo bunker. Senza nome, però, comunica ai suoi due
robot (i Rosenkrantz e Guilderstein della vicenda) la sua
intenzione di distruggere il suo rifugio e di ‘terminarli’ per
poi rientrare definitivamente nella diversa dimensione in cui
vive e in cui l’attende un combattimento.
Laggiù i suoi nemici cercano un punto debole nel suo passato e
pare l’abbiano trovato nella cicatrice che sfregia il suo
sopracciglio (e di cui spesso Lothar chiede a Tonto).
Senza nome deve quindi distruggere i due robot, unici depositari
del segreto.Tonto però non intende morire e riesce a
effettuare un balzo spaziale mentre il metabunker sta
esplodendo. I due robot si ritrovano su un pianeta selvaggio
dove Tonto può continuare a raccontare la saga a Lothar mentre
costruiscono un nuovo metabunker (tempo stimato per terminarlo:
un paio di secoli). |
Il racconto quindi
riprende sull’assalto di Nicanor e dei suoi uomini agli
appartamenti di Vicenta che, pur di non far uccidere il
padre o i suoi concittadini, decide di sacrificarsi: davanti
alla dichiarazione d’amore del padre che dice di vederle l’anima
amata negli occhi , se li strappa.
La crudeltà che la donna si è autoinflitta spalanca a Nicanor le
porte della memoria.
Sembra quindi che la tragedia familiare dei Rokha sia giunta a
un epilogo, ma subito si affacciano nuove tragedie.
Melmoth e Vicenta si sposano ma quando, dopo la
notte di nozze, lo sposo vede il viso della sposa deturpato dai
nuovi occhi artificiali, il connubio tra Testa d’Acciaio
e Krleza si disintegra.
Le anime dei due esseri si scindono: Testa d’Acciaio ama
Vicenta anche con gli occhi meccanici, mentre la sensibilità del
poeta non ne tollera più la vista.
Intanto, i Tecnotec minacciano Filodendra: hanno scoperto che il
pianeta possiede giacimenti del minerale alla base della
creazione dell’epifite sintetica e intendono sfruttarli,
comprando l’intero mondo da Nicanor, ma si scontrano con
l’ecologismo dei Troglosocialik ed è la guerra.
Nicanor cede sotto l’attacco della superiore tecnologia del
tecnopapa dopo essersi rifiutato di coinvolgere il genero nella
guerra e il desiderio della parte guerriera di Melmoth di
aiutare gli abitanti di Filodendra fa precipitare la situazione:
Krleza si suicida, distruggendo al sua testa. Testa d’acciaio,
che aveva riposto la propria anima nel segno bianco che i
Castaka hanno sul petto, resta in vita ed entra in battaglia
contro gli invasori del pianeta della moglie.
Prende in ostaggio il tecnopapa per bloccare l’attacco dei
Tecnotec trasformandolo in un assedio che dà il tempo ai
Troglosocialik di lasciare il pianeta mentre la notizia
(lasciata filtrare dallo stesso Testa D’Acciaio) della presenza
del prezioso minerale sul pianeta, vi richiama i peggiori
avventurieri, che fanno a pezzi i tecnotec.
Vicenta però non si riprende più dalla perdita del suo mondo,
del padre caduto durante la guerra e del marito (non riconosce
infatti in Testa d’Acciaio l’uomo di cui si è innamorata) e si
lascia morire di consunzione mentre porta avanti la gravidanza
dei due gemelli di cui è rimasta incinta.
Il parto si prospetta difficile: Vicenta ha forze solo per dare
alla luce uno dei due bambini ed è certa che Testa d’Acciaio
sacrificherà la femmina (che lei vede come figlia di Krleza) in
favore del maschio di cui potrà fare un guerriere e perpetuare
la casta.
Pur di non farla morire e di provarle il suo amore, Testa
d’acciaio promette di sacrificare il maschio, ma Vicenta arriva
al parto ormai agonizzante.
Il marito la iberna mentre ancora vi è in lei un filo di vita,
in modo che possa in qualche modo essere testimone del
mantenimento della promessa e della crescita della bambina, ma
le cose vanno in parte diversamente.
I due gemelli sono siamesi uniti per le anche, e solo il
maschietto possiede un cervello. Testa d’acciaio, per non
mancare alla parola, separa i neonati e trasferisce il cervello
del bimbo nella scatola cranica della figlia, creando così un
perfetto androgino, che alleva secondo le regole guerriere dei
Castaka, arrivando a impedire chirurgicamente lo sviluppo dei
seni in Aghora.
La bambina, allattata da una pericolosissima tarantolupa che
però riesce ad addomesticare con la sola forza di volontà,
arriva ai 7 anni quando, come i suoi antenati, viene sottoposta
dal padre ad una prova di resistenza al dolore: Aghora lascia
che le si affetti un intero avambraccio, proseguendo così il
rito delle mutilazioni dei metabaroni.
Come completamento dell’addestramento, Aghora viene mandata dal
padre a fare il boia nel pianeta prigione dove vengono
giustiziati i peggiori criminali dell’impero.
Nel frattempo Testa d’acciaio elimina ogni parte biologica dal
suo corpo, trasformandosi in un cyborg virtualmente
indistruttibile. Ed è con questo padre che Aghora deve
combattere al suo ritorno, nel duello che sancirà il suo titolo
di metabarone con l’uccisione del padre o la sua morte.
L’unica arma che il Bushitaka (il codice guerriero dei
Castaka che Jodorowsky ha mutuato dal Bushi-do
giapponese) consente è la spada, e Aghora si trova in grosse
difficoltà contro il corpo metallico del padre.
Dopo due giorni di lotta, decide quindi di usare un sotterfugio:
distrugge la teca in cui è conservata la madre e la uccide in
modo da approfittare della disperazione del padre per
immobilizzarlo nella schiuma ibernante in cui era contenuta
Vicenta e spedirlo nello spazio profondo.
Dopo tre anni in cui aspetta la chiamata dell’imperatoretrice,
Aghora è testimone dell’invasione del pianeta d’oro da parte di
esseri provenienti da un universo parallelo (che pare sforni
mostri a giorni alterni, visto che questa è almeno la quinta
invasione, uffaaa!).
L’impero sta perdendo lo scontro ma nessuno manda a chiamare il
metabarone che quindi decide di recarsi volontariamente davanti
al suo signore.
Ma lì giunta, Aghora si sente offendere e umiliare: è una
femmina, quindi non può essere il metabarone. Alcuni nobili
cercano persino di violentarla, scatenando al sua reazione.
L’intera corte viene annientata da Aghora infuriata e solo
allora l’imperatoretrice la investe del titolo di comandate di
tutte le armate, chiedendole di distruggere gli invasori.Aghora
si dirige al cervello centrale delle creature aliene che le
contrappone un suo doppio in un duello mortale. Grazie alla
duttilità della sua intelligenza guerriera (femminile e frutto
degli insegnamenti del Bushitaka?) Aghora capisce che solo
opponendo debolezza allo ‘specchio’ rappresentato dall’alieno
potrà vincere e riesce così ad innescare una reazione a catena
che distrugge l’intero universo invasore. |
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Ma
proprio durante la cerimonia in onore della sua vittoria, la
tarantolupa Deyanira impazzisce e divora il tecno papa.
Aghora la fa esaminare per scoprire che ha un tumore al cervello
ormai incurabile, che la porterebbe ad una morte atroce, e
vedersi costretta ad uccidere il solo essere che abbia mai
amato.
La riflessione su vita e morte spinge Aghora alla decisione di
avere un figlio. La scelta del padre però non è facile, non
sente alcun uomo degno di lei e quindi una sola via resta
aperta: preleva una cellula del suo cervello maschile, la
trasforma in una cellula seminale con cui si feconda, diventando
così il padre-madre del futuro metabarone.Mentre Aghora porta
avanti al gravidanza su un pianeta periferico, le ultime 4
sacerdotesse Shabda Oud scampate alla distruzione operata
da suo nonno, tentato un’ultima volta di conquistare il
controllo dell’impero. Liberano una pericolosa assassina dal
pianeta prigione affinché uccida l’imperatoretrice per poterlo
sostituire con lo spirito del loro dio che si è incarnato in una
paleoscimmia bicefala.
Per arrivare all’imperatoretrice, l’assassina Zonbra deve
prima eliminare Aghora, guarda del corpo imperiale per
eccellenza, e ritiene di poterlo fare facilmente usando il suo
potere di replicarsi all’infinito contro una donna indebolita
dall’avanzato stato di gravidanza.
Nemmeno l’abilità superumana di Zombra riesce però ad avere la
meglio su Aghora che partorisce durante il combattimento e
decide di sacrificare la sua amata spada, distruggendo con essa
tutti cloni dell’assassina e l’intero pianeta.
Eliminato il pericolo più diretto, Aghora arriva al cuore del
complotto, alla Shabda OUd che stanno per uccidere
l’imperatoretrice dopo aver ucciso tutti i cortigiani.
Aiutata dal figlio neonato dai poteri mentali inusitati, Aghora
distrugge le sacerdotesse e il loro dio incarnato.
La corte (o meglio, quello che ne è rimasto) conferisce al
bambino, a cui Aghora rifiuta di dare un nome definendolo ‘”arma
assoluta”, il titolo di trino-visconte. |
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Recensione a cura di
Federica |
Per
le immagini :© 2000 Alessandro Editore Srl, Bologna
© 1999
Les Humanoidesassocies S.A., Genève
©
Juan Gimenez e Jodorowsky
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Risoluzione
consigliata : 1024x768 ; colori : true color (32 bit) |
Ultima
modifica :
08/02/15 13.09.16 |
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